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5 domande a... Riccardo Cappanera

Condividi questo articolo su Facebook Scritto da ragioniere il 18/04/2022

Riki “Kappa” Cappanera è stato uno dei primissimi iscritti nel neonato vivaio del Genova Hockey 1980, fin dall’autunno del 2011. Riccardo è incontrovertibilmente uno dei simboli del club biancorosso, e uno dei più amati.

1) Come hai scoperto l’hockey e, secondo te, per quali ragioni dopo 10 anni sei ancora qui?

“Bella domanda: ogni tanto ci penso! Da bambino, iniziai semplicemente perché tutti i miei migliori amici facevano hockey; io non ero molto sportivo, poi con il tempo mi sono appassionato. Se dopo tutti questi anni sono ancora qui, è perché ho abbracciato la causa del Genova ’80, che è diventata la mia seconda famiglia.”

2) Hai attraversato tutta la storia delle giovanili del Genova 80: dai primi anni difficilissimi, dove le vittorie non arrivavano mai, alle finali sfiorate e poi conquistate con le leve più piccole; la crescita esponenziale a livello numerico dei primi anni; il consolidamento negli anni successivi. I primi successi, le finali di serie B, la promozione in A/2. “Kappa” c’è stato in tutti questi passaggi. In un certo senso, a soli 20 anni, sei uno dei simboli del club: ti conoscono tutti, maschi e femmine, piccoli e grandi. Sei consapevole di questo e ti fa piacere?

“Sì, certo, mi fa piacere, tantissimo. E’ venuto fuori un po’ per caso: per le varie mansioni che ho nel club, infatti, spesso mi trovo a essere presente, oltre che a Quezzi, anche al Lagaccio e all’ABG, e così credo che quasi tutti i bambini e ragazzi del club mi abbiano visto almeno una volta. Mi sento come una costante: un po’ come l’ambasciatore del club!”

3) Che bella definizione! In effetti i tuoi ruoli sono tanti: giocatore da sempre, allenatore da circa tre anni. Adesso anche arbitro. Nel club anche uno dei collaboratori più presenti. Cosa ti piace fare di più?

“Domanda difficile… Al primo posto metto l’allenare. Giocare, metti in pratica quello che ti hanno insegnato; allenare è un po’ il contrario: vedere che hai insegnato una cosa ai ragazzi e loro la mettono in pratica ti dà soddisfazioni enormi, ti dà tanto, un forte senso di orgoglio. L’arbitraggio è una cosa diversa: lo faccio per dare una mano al movimento. Giocare e allenare è più appagante. Ma, se proprio devo scegliere, dico: allenare!”

4) Una domanda ancora più difficile: la più grande gioia e la più grande delusione dei tuoi primi 10 anni di hockey?

“Da giocatore, la più bella è stata la promozione in A/2; per la delusione, devo andare molto lontano nel tempo; a memoria, ricordo un pareggio col Savona che ci costò l’accesso alle finali giovanili. Da allenatore grandi delusioni non ne ho avute; anzi, ce ne sono state proprio pochissime. Una grandissima soddisfazione è stata aver contribuito a vincere con i ragazzi dell’under 16 maschile lo scudetto indoor, qualche mese fa. Un successo figlio del lavoro svolto. Un’altra grande gioia è stata aver portato le ragazze alle finali.”

5) Cosa c’è nel futuro (hockeistico e non) di Kappa?

“Nel futuro privato vedo la prosecuzione degli studi, e un domani un lavoro. Nel Genova ’80, continuare questo percorso che ormai mi lega da più di 10 anni nel club, cercando di dare il mio contributo e dando sempre il massimo che posso, per crescere tutti insieme: il tempo è quello che è, e il futuro sarà quello che sarà, come per tutti, però io sono sicuro di una cosa: di esserci.”

Grazie Riccardo!!








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