IL SOLO CLUB LIGURE IN SERIE A PRATO E INDOOR    44 FINALI NAZIONALI    22 PODI    5 TITOLI ASSOLUTI
GenovaHockey1980

Comunicati stampa

I comunicati stampa
Filtra articoli:

5 domande a... Lorenzo Vargiu

Condividi questo articolo su Facebook Scritto da ragioniere il 27/01/2022

Lorenzo Vargiu è uno di quelli, tanti, arrivati all’hockey grazie ai figli. Lorenzo non si è limitato a fare il papà tifoso o accompagnatore, ma via via si è sempre più coinvolto nel club: oggi è tra gli allenatori con patentino di primo livello del club, e si dedica principalmente alle squadre femminili.

1) Al Genova 80 grazie a tuo figlio Luca, prima, e anche Lara, poi. Come è arrivato l’hockey in casa Vargiu?

“In prima elementare Luca fece prove di vari sport, tra cui judo, pallacanestro, hip hop, e hockey. Un giorno torna a casa e mi dice: “papà, faccio hockey". Io, incredulo: “Hockey?” E lui: "Sì, hockey su prato”. Non lo conoscevamo assolutamente, fu una scoperta.
Luca aveva 6 anni (oggi ne ha 14), poi dopo poco si è cimentata anche Lara, che aveva solo 4 anni. All’inizio Lara veniva e guardava, era piccolina; l’anno dopo, a 5 anni, ha iniziato anche lei a giocare, nella Coppa Liguria, con il bastone del fratello, poi a 6 anni ha incominciato anche lei a frequentare con assiduità gli allenamenti. I primi allenatori di Luca e Lara sono stati Luca Cozzolino, Alessandro Bertone e Amedeo Martini."

2) Con i tuoi figli c’è l’evoluzione del club: la nascita del polo Lagaccio, la coppa Liguria, le prime finali giovanili, il consolidamento, con Lara, del settore femminile. Come hai vissuto questa crescita?

“E’ stata ogni anno una esperienza nuova, a partire dalla prima tappa del primo anno della Coppa Liguria, che i miei bambini vinsero, e poi tutte le varie esperienze ai vari tornei prima di arrivare finalmente, molti anni dopo, al primo campionato nazionale italiano (Under 12). Tante esperienze diverse in un ambiente bello, pulito e affascinante: il trofeo CONI, vinto nel 2019, le tante finali prato e indoor, purtroppo quelle saltate causa Covid di due anni fa: ogni volta una esperienza nuova, anche per me in diversi ruoli, prima genitore, poi dirigente, infine allenatore: ogni anno ci sono state cose nuove, tanti ricordi ed esperienze sempre diverse.”

3) Cosa ti ha spinto, a un certo punto, a intraprendere la carriera di allenatore?

“E’ nato per caso, inconsapevolmente: a una tappa della Coppa Liguria, a Cairo Montenotte, Luca Cozzolino aveva un impegno di lavoro e non poteva partecipare, ricordo che l’unico tecnico presente era Alessandro Bertone: c’era una concomitanza tra U8 e U10, io ero lì come genitore e Alessandro mi chiese di seguire la U8, io ci provai e da quel momento sono stato sempre più coinvolto in quel gruppo come in altri gruppi, in affiancamento ad altri tecnici e poi anche da solo, una volta preso il patentino. Ho fatto tutta la trafila, come i miei figli: dalla Coppa Liguria fin poi ad approdare ai primi campionati under 12, inizialmente come dirigente e poi come allenatore.”

4) La cosa più bella che ti hanno detto dell’hockey o sull’hockey Luca, o Lara, in questi anni, oppure che ha colpito te?

“Per loro è bello davvero tutto l’insieme, tutto quello che ruota intorno all’hockey. Quello che ha colpito me è il rapporto di amicizia che si crea con tutti i genitori delle varie società, nei vari campionati, tornei: dopo essersi visti le prime volte, rivedendosi ad ogni circostanza, anche a distanza di anni, ci si saluta e si parla: questo fa piacere, possono nascere amicizie, come è successo negli anni con i genitori dei ragazzi di Moncalvo, Pisa, o con i francesi del Villeneuve Loubet: loro venivano a Hockey sotto la Lanterna e noi andavamo ai loro tornei, questo permette di legare: tra ragazzi, e anche tra genitori. Ora vedo che i nostri ragazzi instaurano rapporti sui social network con i ragazzi di Moncalvo, Bologna, e delle altre squadre anche genovesi: questo è molto bello. La rivalità in campo lascia il posto, fuori dal campo, a un contorno di amicizie che è pulito, bello.”

5) Nel tuo futuro cosa pensi possa chiederti l’hockey e cosa pensi di poter dare al movimento?

“Io spero di poter continuare a dare il mio contributo al Genova Hockey 1980 come allenatore, dirigente, nelle mie possibilità post lavoro (il mio lavoro non mi permette di poter seguire al meglio le squadre). Ultimamente mi sto dedicando un po’ di più alle ragazze, ma soprattutto mi sto appassionando e specializzando ad allenare i portieri: essendo un neofita dell’hockey, mi rendo conto che determinate competenze non le ho, non riesco a vedere i particolari delle posture e delle impugnature, non ho l’occhio clinico che può avere chi ha 30 anni esperienza. Con i portieri mi trovo più a mio agio, riesco a pensare esercizi, e mi sto appassionando a questo.”

Grazie Lorenzo!!








© 1996 - 2024 Daniele Franza con la collaborazione di Luca Pastorino. Riproduzione vietata.