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5 domande a... Lorenzo Sabbarese

Condividi questo articolo su Facebook Scritto da ragioniere il 20/01/2022

Lorenzo Sabbarese, classe 2001. La classe di ferro, al Genova ’80! Quelli che hanno sempre tirato la carretta… a beneficio soprattutto dei compagni più piccoli. Ma anche quelli che hanno anticipato le esperienze, e che le hanno fatte proprie per primi.

1) Al Genova ‘80 da sempre, come giocatore, poi anche allenatore, da quest’anno responsabile di una delle tre scuole hockey biancorosse. Come hai conosciuto l’hockey e perché ti ha “rapito” così?

"Ho conosciuto l’hockey a scuola, e tramite gli amici di quartiere. Prima alle elementari, poi alle medie, e anche con gli amici: a Quezzi l’hockey è sempre stato di casa. All’inizio mi è piaciuto soprattutto il gruppo di amici, anche più del gioco in sé: eravamo tutti dello stesso quartiere, ed è sempre stato piacevole stare dentro al gruppo, che è sempre stato molto unito, sia nelle cose buone che nelle difficoltà.
Con il passare degli anni l’hockey giocato mi è piaciuto sempre di più, ma la cosa bellissima è che lo spirito di unità e di amicizia del gruppo è rimasto come all’inizio. Forse è per questo che, quasi tutti, dopo tanti anni, siamo ancora qua!"

2) La più grande gioia e la più grande delusione dei tuoi primi 10 anni di hockey?

"Da giocatore, la mia gioia più grande sono state sicuramente le finali di serie B con la promozione in A/2, alcuni mesi fa. Come allenatore, la finale scudetto di Bologna con la mia under 14, sempre l’anno scorso.
La più grande delusione risale a tanti anni fa, quando ero io in under 14, in una sconfitta contro il Savona che ci negò, all’ultimo, la qualificazione alle finali nazionali che sembravano già nostre: quella sconfitta ci ha insegnato tanto."

3) Da grande “curioso” di hockey italiano e internazionale, in che cosa deve crescere l’hockey italiano secondo te?

"Secondo me soprattutto in due cose: la visibilità e la mentalità. Con la visibilità si cresce: oggi l’hockey è davvero troppo poco conosciuto, bisogna farlo conoscere, perché a chi lo si fa conoscere, poi piace. E poi, bisogna cambiare lo stereotipo che vuole l’Italia scarsa come nazionale, bisogna cambiare la mentalità, assumere un atteggiamento più positivo, propositivo e vincente. Si stanno facendo corsi di aggiornamento, bene, bisogna darsi il tempo necessario e poi aspettare le nuove generazioni. Gli hockeisti italiani sono troppo piagnucolosi. L’Italia è scarsa, il Belgio forte? Certo, ma invece di avere questa mentalità negativa, lavoriamo per crescere e migliorarci. Anche se il livello è basso si può e si deve avere un mentalità positiva, costruttiva, vincente."

4) Pochi mesi fa è arrivata la tua prima convocazione a un raduno azzurro under 21; raccontaci le tue emozioni… e i tuoi obiettivi.

"La convocazione è stata, per me, inaspettata. L’obiettivo non era vestire la maglia azzurra dopo 20 giorni, ma assimilare il più possibile e non perdere nemmeno un secondo quello che si diceva; allenarmi e confrontarmi con i più forti. Ho trovato un bel gruppo che si è allenato duramente per tre giorni. Questo era l’obiettivo: la maglia azzurra era un di più. Assimilare e fare gruppo con tanti ragazzi (alcuni li conoscevo già, altri no) e con allenatore e staff tecnico. Sono tornato a casa con un bel bagaglio di esperienza, ho apprezzato soprattutto la professionalità con cui si facevano le cose e la tanta voglia, da parte di tutti, di far bene con la consapevolezza di rappresentare l’Italia: anche in allenamento lo sai e questo ti spinge a far bene. Non so se sarei andato avanti, poi il Covid ha annullato l’europeo, ma, anche se non mi avessero convocato avrei tifato i miei compagni di nazionale. Dopo due anni che non si giocava a indoor, all’inizio è stata dura per tutti. Ma il livello era davvero alto: nemmeno i tecnici se lo aspettavano! Questo fa ben sperare per il futuro."

5) Progetti per il futuro?

"Nel breve termine, magari già quest’anno, cercare di salire con la prima squadra in A/1. Daremo il massimo per riuscirci. Nelle giovanili, tentare, sia con quelle che alleno sia nell’under 21 in cui gioco, di accedere alle finali.
L’obiettivo personale è quello di provare a riconfermarmi nella nazionale under 21 per i raduni prato, e poi da settembre si vedrà.
Più a lungo termine, sogno di far parte della nazionale senior, continuare a dare il 100% nel mondo dell’hockey, e magari fare una esperienza all’estero, per poter poi restituire al mio club, il Genova Hockey 1980, quello che avrò imparato. Il mio obiettivo vero è stare il più possibile nel mondo dell’hockey!"

Grazie Lorenzo!!








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